Coraggio, altruismo, conoscenza, voglia di sperimentare e ambizione, queste le caratteristiche del team Parloma , un gruppo di giovani ingegneri e studiosi che sta riuscendo in un’impresa ritenuta finora impossibile: creare un telefono per sordociechi.
Il team Parloma è composto da un bel numero di elementi:
gli ideatori del progetto Marco Indaco, Calogero Maria Oddo, Giuseppe Airò Farulla, Ludovico Orlando Russo;
I collaboratori: Andrea Bulgarelli, Stefano Rosa, Daniele Pianu, Giorgio Micotti, Chiara Pintor, Alice Rita Salgarella;
Sotto la supervisione dei prof. Prinetto e Bona del Politecnico di Torino e del prof. Geraci (Institut Jean Nicod, Parigi).
Politecnico di Torino e Politecnico di Milano fanno da partner a questo progetto, sostenuto anche da Lega del filo d’oro e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, che è sviluppato all'interno del laboratorio nazionale integrato AsTech – tecnologie assistive del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica (CINI).
Le persone sordocieche non sono in grado né di udire i suoni né di vedere alcunché. Queste due disabilità sensoriali insieme amplificano l’impatto di ciascuna di esse sulla vita di chi ne è affetto. La sordocecità porta ad uno stato di isolamento chi ne è affetto, generandogli grandi difficoltà di percezione dello spazio, nell’apprendimento e nella comunicazione. Per comunicare queste persone sono costrette a ricorrere all’utilizzo del linguaggio dei segni tattile (LST) che richiede un contatto fisico tra gli interlocutori.
Il team PARLOMA si pone l’ambizioso obiettivo di creare uno strumento di comunicazione a distanza per persone sordocieche, dandogli così più occasioni di poter comunicare con altre persone ed uscire dall’isolamento che ha finora caratterizzato le loro vite.
Il sistema PARLOMA è in grado di trasferire messaggi attraverso la lingua dei segni tattile (LST) in tempo reale, anche in remoto. Il segnante comunicherà utilizzando la LST, il sistema, attraverso una videocamera o una tastiera, cattura e codifica il segno, lo digitalizza e lo trasmette, tramite una connessione ad internet, al destinatario. Tramite un’interfaccia composta da braccia e mani robotiche antropomorfe, economiche e realizzate attraverso una stampante 3D, il destinatario riceverà il messaggio e potrà a sua volta inviare una risposta tramite il sistema.
Quella che questi intraprendenti ragazzi stanno mettendo in pratica è la prima sperimentazione al mondo di un “telefono per sordociechi” basato sulla lingua dei segni tattile.
PARLOMA non si pone l’obiettivo di analizzare e interpretare semanticamente i messaggi trasmessi, si limita ad inviare fedelmente al destinatario il messaggio inviatogli dal suo interlocutore.
Questo sistema è quindi indipendente dalla specifica lingua dei segni, PARLOMA quindi può essere uno strumento tecnologico in grado di creare una comunicazione basata su linguaggi di segni diversi, in grado di trasmettere qualsiasi linguaggio dei segni si scelga di utilizzare per la comunicazione instaurata.
Il progetto PARLOMA è stato recentemente ospitato alla fiera internazionale del libro di Torino e al Trieste Maker Faire. A questo team va dato inoltre il merito di voler divulgare la loro conoscenza, infatti sul loro sito www.parloma.com è possibile scaricare i modelli delle braccia e delle mani, utilizzati dal loro sistema, già pronti per essere stampati attraverso una stampante 3D.
Finora non si è mai investito abbastanza in questo genere di iniziative, questo rende ancor più apprezzabile e prezioso il lavoro del team PARLOMA, un orgoglio nazionale, che attraverso la sperimentazione continua e la volontà di non fermarsi, riusciranno a rendere più piacevole la vita delle persone sordocieche.
Autore: Michele Vitiello
FONTE: http://www.pritzbox.it/10-tech/56-parloma-il-telefono-per-sordociechi